Il confronto tra le miniature e la decorazione dei canzonieri provenzali IK e quelle del ms. di Verona contenente il Tresor di Brunetto Latini evidenziano l’origine dei tre codici da uno stesso atelier di copia. L’immagine del leone di san Marco e dello stemma della famiglia Dandolo nella legatura antica del manoscritto veronese sono prove importanti di una sua origine veneziana. Tale origine, valida quindi anche per i due canzonieri, è confermata dall’analisi linguistica di una ricetta medica vergata sulla guardia anteriore del codice, e dai particolari italianismi presenti nella scripta francese impiegata per la copia del Tresor. D’altra parte, l’esame della scripta mette in luce la presenza di alcuni tratti propri al cosiddetto français d’Outremer, la koiné utilizzata in Terra santa e in tutto il bacino mediterraneo. Tali tratti linguistici sono comuni a diversi testimoni della famiglia a cui appartiene il codice veronese. L’analisi linguistica, combinata a quella del corredo miniato e decorativo, ha permesso di isolare all’interno della famiglia un gruppo di tre manoscritti – C2 (BL Add. 30024), C3 (Carpentras, B. Imguibertine, 269), Oe (BL Add. 30025) – probabilmente originari da uno stesso atelier, da localizzare in uno dei regni o territori crociati disseminati per il Mediterraneo (forse Cipro). La presenza degli stessi elementi decorativi permette di ascrivere allo stesso scriptorium il manoscritto V.u.20 della Biblioteca Reale di Stoccolma, contenente una delle versioni prosastiche del Roman d’Alexandre dotata di varie amplificazioni, tra le quali due interpolazioni tratte dal Tresor.
FABIO ZINELLI, Sur les traces de l’atelier des chansonniers occitans I K: le manuscrit de Vérone, Biblioteca Capitolare, DVIII et la tradition méditerranéenne du 'Livre dou Tresor' [7-69]
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XXXI 2007 - 1
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