Nell’articolo vengono individuate alcune delle possibili cause che sottostanno alla nascita delle divergenze redazionali nei romanzi arturiani in prosa. Come specimen di analisi metodologica e prassi editoriale, è offerto lo studio dell’episodio in cui viene imprigionato Danain le Roux alla fine del Roman de Guiron (Lath. 129), trasmesso dalla tradizione secondo tre redazioni diverse. Per questa divergenza redazionale, come per altre che si rilevano nel ciclo di Guiron e anche nel Lancelot en prose, l’esame dimostra che in taluni contesti l’attivismo dei copisti non è innescato da motivazioni di economia narrativa, quanto piuttosto da ragioni materiali, quali la perdita di fascicoli o fogli, soprattutto all’inizio o alla fine di un tomo: i copisti riscrivono, in maniera indipendente ma secondo le stesse modalità compositive, quelli che possiamo definire “episodi-ponte”, tasselli diegetici che sono andati persi durante la trafila trasmissiva, al fine di rendere logico e consequenziale il racconto superstite.
The aim of this article is to investigate the possible causes underlying redactional divergences in Arthurian prose romances. The study of a short redactional divergence from the end of the Roman de Guiron (Lath. 129) – dealing with the imprisonment of Danain le Roux and transmitted by the manuscripts in three different versions – is presented as a case study for methodological analysis and editorial praxis. An examination of this particular case shows that the scribes rewrite the text not so much for narrative reasons as for material ones, such as the loss of fascicles or folios, especially at the beginning or end of a manuscript. The same holds true for other cases in the Guiron cycle and probably for the Lancelot en prose as well. By following similar methods of intervention, scribes independently rewrite what may be defined as “episodi-ponte” (connector-episodes) – diegetic pieces lost in the process of transmission – in order to lend consequentiality and logical flow to the remaining tale.