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XXXVI 2012 - 2

MICHELANGELO ZACCARELLO, Il trattamento linguistico rinascimentale delle 'Trecento Novelle' di Franco Sacchetti e le relative implicazioni per la scelta del testo base [348-82]

Tanto in ambito romanzo quanto nella tradizione di studi anglo-americana, si è spesso formulata una distinzione fra connotati formali e aspetti sostanziali di un testo; ciò non è tuttavia sempre risultato in una parallela demarcazione della deontologia editoriale, ove a più riprese si sono esperiti tentativi più o meno fondati di ricostruzione formale. Attraverso il caso esemplare delle Trecento novelle di Franco Sacchetti, sopravvissuto solo attraverso apografi che seguono di quasi due secoli la stesura dell’opera, questo saggio illustra, a partire da una ricognizione dell’uso linguistico d’autore quale è attestato dall’autografo Laur. Ashburnham 574, un metodo empirico per individuare quale delle testimonianze disponibili possa dirsi più rispettoso della facies linguistica originaria del novelliere.


Both Romance and Anglo-American philology have often pinpointed a theoretical distinction between ‘formal’ and ‘substantive’ aspects of a text; whilst copy-text editing has become a standard in scholarly editing in the English language, textual criticism of early Italian texts has often extended reconstructive tools to a text’s language and even spelling. Through a relevant case-study (Franco Sacchetti’s Trecento novelle, known solely through 16th -century copies), this essay offers an outline of authorial usage through an analysis of his extant autograph Laur. Ashburnham 574 and an account of what could be an efficient empirical method to assess the witnesses’ linguistic reliability.

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