Qual era la percezione dell'omogeneità linguistica del dominio romanzo tra i mercanti medievali dell'area mediterranea? Come venivano interpretate le somiglianze e le differenze tra le lingue romanze presso coloro che scrivevano per necessità pratiche? Questo articolo ripercorre il dibattito critico sul plurilinguismo letterario e culturale del medioevo romanzo, concentrandosi su alcuni indizi nella documentazione italiana dei secoli XIV e XV, come, e in particolare su alcuni glottonimi (latino, romano e i termini che oggi coprono il campo semantico di 'romanzo'), impiegati dai mercanti e da altri autori non letterari. Se ne conclude che la rappresentazione mentale della geografia linguistica europea in questi testi appare solo parzialmente comparabile con gli schemi proposti dalla letteratura e dalla riflessione coeve e in ogni caso completamente diversa dalla moderna rappresentazione su cui si basano gli studi sulla cultura romanza.
Were the medieval merchants aware of the linguistic homogeneity of Romance domain in the European and Mediterranean linguistic area? How did they read and interpret the similarity (and the reciprocal difference) between Romance languages? This article reviews the critical debate on the medieval literary and cultural multilingualism; it focuses on some linguistic clues in the Italian documentation of the 14th and 15th century, such as some glottonymes (latino, romano, and the words nowaday covering the semantic field of ‘romance’) used by merchants and other non-literary authors, by concluding that the mental representation of linguistic geography of Europe was only partially comparable with the cultural schemas proposed in the literary reflection and in the literary multilingual production of the same age – and in any case it was completely different from the usual geo-linguistic and geo-cultural frame on which the modern scholarly representation of the medieval Romania is usually based.