L'assunzione, nell'ambito degli studi sull'intertestualità, della nozione di contrafactum secondo un'accezione anche musicale ha comportato un'assimilazione tra struttura metrica e melodia che non trova riscontro nella tradizione manoscritta, dove melodie differenti sono associate non solo a testi con la stessa struttura metrica, ma anche ad uno stesso testo, e dove la stessa melodia può essere adattata a strutture metriche differenti. Le divergenze melodiche si accentuano inoltre nell’opposizione tra famiglie di manoscritti, rendendo fondata l’idea che l’imitazione sia in primo luogo imitazione metrica, riguardi cioè il testo verbale e la sua struttura, e che l’imitazione melodica sia una componente accessoria, in molti casi frutto dell’iniziativa dei copisti, che probabilmente tendevano a sottolineare le affinità metriche con modalità esecutive comuni. Eventuali rispondenze melodiche vanno dunque valutate tenendo conto della tradizione manoscritta, e considerate come interpretazioni che mettono in rilievo, in fase di ricezione, le affinità del testo verbale senza necessariamente risalire all’autore, configurando un tipo di collegamento testuale che potremmo definire di intertestualità secondaria.
MARIA SOFIA LANNUTTI, Intertestualità, imitazione metrica e melodia nella lirica romanza delle Origini [3-28]
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XXXII 2008 - 1
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