L’autore riprende l’analisi dei cinque fabliaux di Rutebeuf, già studiati ed editi da Alberto Limentani. Si sottolinea la non perfetta aderenza di tali testi ai canoni ideologici del genere, rilevandone la tendenza all’esemplarità e al moralismo. Rutebeuf non sarebbe un grande autore di fabliaux, nonostante la sua abilità stilistico-formale. Segue un’analisi formale di due di essi: Li testament de l’asne e il Pet au vilain. Nel primo, che ha il suo centro nella constatazione dell’onnipotenza del denaro, si afferma l’assenza della satira anticlericale; il secondo, sarebbe un paradossale racconto mitologico, che spiega perché i villani non vadano né all’inferno né in paradiso.
The author takes up the analysis of Rutebeuf's five fabliaux, already studied and edited by Alberto Limentani. He emphasises the imperfect adherence of these texts to the ideological canons of the genre, noting their tendency towards exemplarity and moralism. Rutebeuf was not a great author of fabliaux, despite his stylistic-formal skill. A formal analysis of two of them follows: Li testament de l'asne and the Pet au vilain. In the first, which has its centre in the observation of the omnipotence of money, the absence of anticlerical satire is affirmed; the second, is said to be a paradoxical mythological tale, explaining why peasants go neither to hell nor to heaven.