L’articolo commenta l’edizione dell’Epistola a Cangrande preparata da Luca Azzetta e pubblicata in volume autonomo nel 2023. Questa edizione, che riprende con importanti aggiunte quella già pubblicata dall’autore nella Nuova edizione commentata delle opere di Dante (2016), ribadisce l’attribuzione del testo a Dante e presenta suggestive proposte di interpretazione dell’Epistola nonché, alla luce di essa, dell’intero Paradiso. L’articolo discute in particolare le posizioni di Azzetta circa l’archetipo della tradizione e circa l’esatta scansione dell’Epistola in una sezione dedicatoria e una sezione espositiva; si avanza inoltre una proposta sull’interpretazione della qualifica di agens attribuita nell’Epistola all’autore, basata sulla prassi delle opere enciclopediche dell’epoca.

This article discusses the edition of the Epistola a Cangrande prepared by Luca Azzetta, published as a stand-alone volume in 2023. This edition, with significant changes to the previous one published in the Nuova edizione commentata delle opere di Dante (2016), reaffirms Dante’s authorship and provides suggestive proposals for the interpretation of the Epistola and consequently of the Paradiso. The article discusses in particular Azzetta’s positions regarding the archetype of tradition, and the exact division of the Epistola into a dedicatory section and an expository section; finally, makes a proposal on the qualification of agens attributed to the author in the Epistola, based on the practice of encyclopedic works of the time.