Tra le fonti del primo libro del Tresor di Brunetto Latini figura l’Opus agriculturae di Palladio, opera agronomica tardoantica che conobbe un’ampia fortuna nel Medioevo. Il presente contributo esamina il modo in cui il Tresor attinge a tale trattato, sulla base di un confronto con la tradizione del testo latino che mira a delineare la fisionomia del testimone di Palladio consultato da Brunetto. Grazie alla presenza di una compatta serie di lezioni significative è stato possibile avvicinare il testo dei capitoli palladiani del Tresor a quello di una particolare redazione dell’Opus agriculturae, oggi conservata in due manoscritti italiani trecenteschi. L’indagine testuale sulla stessa sezione dell’enciclopedia francese consente inoltre di escludere che Brunetto leggesse Palladio attraverso la mediazione dei volgarizzamenti toscani del trattato latino.

One of the source texts of Brunetto Latini’s Tresor is Palladius’ Opus agriculturae, a late-antique treatise on agriculture which had a widespread reception throughout the Middle Ages. This paper focuses on the textual relation between the Tresor and the Latin treatise, developing a compared analysis with the latter’s tradition which aims to define the features of the Palladius’ manuscript Brunetto made use of. On the basis of a series of significant variants it has been possible indeed to match the Tresor’s chapters based on Palladius with a specific version of the Opus agriculturae, witnessed by two Italian manuscripts dating to the XIVth century. The textual survey on this section of the Tresor also allows us to exclude the possibility that Brunetto read Palladius through the medium of the Tuscan vernacular translations.