Il saluto che Beatrice rivolge a Dante nove anni dopo il loro primo incontro è oggetto di letture che, a volte, forzano la lettera del testo per estrarne, sull’ipotesi che Dante risenta di suggestioni neotestamentarie, significati analogici e simbolici e, altre volte, la sottovalutano proiettandovi esperienze e forme di cultura del nostro presente estranee alla realtà medievale. Che la gratuità del saluto di Beatrice possa e debba essere ricondotta alla nozione cristiana di caritas è vero, ma noi non potremmo percepire il suo essere segno di caritas se non cogliessimo quanto esso sia trasgressivo sul piano sociale. Il saluto pronunciato da Beatrice di propria iniziativa infrange, infatti, una delle regole di comportamento a cui le donne erano tenute in pubblico e perciò si carica di valenze quasi scandalose. Esso contiene già in nuce quel paragone della donna con Cristo che Dante svilupperà nel seguito del romanza.
The greeting of Beatrice to Dante, nine years after their first meeting, is sometimes forced toward symbolic and analogical meanings, according to New Testament suggestions, which are rather underestimated, when the sign is interpreted in the perspective of experiences and forms of contemporary culture, surely extraneous to the middle ages. However, if it is true that this gratuitous gesture has to be read in terms of christian caritas, at the same time, we could not correctly interpret its meaning without noticing its transgressive social character. In fact, when she, spontaneously, greets him, she breaks a common social rule, mandatory for women in public contexts, and this sort of scandal contains the basis of the comparison between the woman and Christ, as developed by Dante in the following of the novel.