Nell’articolo viene posta la questione del testo specifico che serviva da fonte per la composizione del Centiloquio di Antonio Pucci. L’opera in capitoli ternari era versione versificata della Nuova cronica di Giovanni Villani, scritta intorno al 1373, un quarto di secolo dopo la morte del cronista e terminazione della sua opera. A Firenze la cronaca ebbe immediatamente un grande successo, di conseguenza la sua tradizione manoscritta è molto ricca e variegata: conta più di cento copie. Il problema della fonte usata da Antonio Pucci era già posto dagli studiosi e vennero date le parziali risposte. Nel presente studio, attraverso la collazione di un consistente numero dei luoghi critici, vengono precisati i loro risultati e vengono individuati, tra i manoscritti della cronaca superstiti, quei più vicini al testo del Centiloquio.
In the article the question is discussed of the specific text that was used as a source for the composition of the Centiloquio of Antonio Pucci. The work in ternary chapters was a versified version of the Nuova cronica of Giovanni Villani, written ca. in 1373, a quarter of century after the death of the chronicler and completing of his work. In Florence the chronicle had immediately a great popularity, consequently its manuscript tradition is very rich and diversified: it counts more than a hundred copies. The question of the source used by Antonio Pucci was already posed by the researchers and it had obtained partial answers. In this paper, through the collation of a large number of loci, their results are better specified and are indicated those manuscripts of the chronicle, among the extant ones, which are closest to the text of the Centiloquio.